08 febbraio 2024

La finta memoria

IL giorno del ricordo è un giorno senza memoria, un giorno che non sa ricordare.

Ci ricordiamo benissimo quando alcuni  anni fa CasaPound (organizzazione tipica del trogloditismo di destra) parlava di “Diecimila vittime italiane” nelle foibe, oppure quando Buttafuoco dal Tempo fece il suo rilancio accennando a “ventimila italiani torturati e gettati nelle foibe”. Poi in chiusura vi fu il grande all in di Maurizio Gasparri che parlò di “milioni di infoibati”, e quando gli fecero notare che  l’Istria al tempo aveva meno di  un milione di abitanti fece retromarcia parlando di migliaia.

La storia è esattamente capovolta e i fatti hanno la testa dura.

Oggi come ieri dobbiamo ricordare l’attualità dell’antifascismo e dei suoi valori, di quanto è stata fondamentale la lotta contro quel revisionismo che oggi, con sempre maggior forza,  sta divenendo una “semplice” opzione politica (grazie ai media e a questo governo a guida post-fascista). Quindi  non ci stupiscono le dichiarazioni, né quelle di oggi né quelle di ieri, da parte delle varie forze di destra che cercano di descrivere il fascismo come una forza progressiva sotto la spinta del patriottismo.

Niente di più falso. La presa del potere da parte del fascismo fu il frutto della stretta connessione di  liberali, banchieri, appoggiati dalla monarchia e dall’esercito, impauriti dal possibile avvento di una rivoluzione socialista. La retorica del fascismo “buono” (italiano) in opposizione alla versione “cattiva” (nazista) è solo revisione storica in salsa  populista: l’Italia fascista fu una nazione imperialista che non esitò ad occupare e uccidere altri popoli, nel nome del profitto capitalista.

La destra ha una memoria parziale, distorta e rimuove scientificamente le responsabilità del fascismo: nei territori di confine, tra il 1941 e il 1943, circa 150mila sloveni scomparvero per mano del fascismo. Nella sola isola di Arbe, sede del principale campo di concentramento italiano per jugoslavi, il tasso di mortalità era del 19%, superiore quindi a quello dei campi di sterminio, come riporta lo storico Del Boca

Questa narrazione del 10 febbraio è solo una strumentale versione rovesciata e falsa del concetto di resistenza e autodeterminazione.

IL fascismo è l’altra faccia della medaglia del capitalismo, la faccia più violenta, e a liberaci da esso fu la resistenza opposta da compagni e compagne che ebbero la sola sfortuna di non riuscire a costruire la società che avrebbero voluto, per colpa delle dirigenze staliniste.

E.G.

  

 

Partito Comunista dei Lavoratori

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02 febbraio 2024

In memoria di Peng Shuzhi

Peng nasce nel 1896 nella contea di Longhui, nel distretto di Baoqing, nella provincia di Hunan nella Cina meridionale.

Nel 1919 Peng Shuzhi s’iscrive alla Scuola di Arte e letteratura dell’Università di Pechino e sin da subito si dedica e viene affascianato dalla politica attiva e partecipa al Movimento del 4 maggio (il movimento del 4 maggio fu un movimento studentesco, culturale e politico anti-imperialista, iniziato a Pechino il 4 maggio 1919).

Nel 1920, Peng aderisce alla Lega Socialista Giovanile cinese, l’anno successivo decide di recarsi a Mosca ed inizia i suoi studi presso l’Università Comunista dei Lavoratori Orientali. Nel gennaio 1922 è tra i partecipanti del Congresso dei lavoratori dell’Estremo Oriente promosso dall’Internazionale Comunista e nel 1924 è presente al Quinto congresso dell’Internazionale Comunista.

Nel 1924, Peng torna a Shanghai, dove dirige il “New Youth” e il “Guide Weekly”,  pubblicazioni del Partito Comunista Cinese; per sostenersi economicamente si dedica all’insegnamento presso l’Università di Shanghai. Nel 1925, durante il Quarto Congresso Nazionale, viene eletto nell’Ufficio Centrale del Partito Comunista Cinese. Divienne anche direttore del Dipartimento Centrale di Propaganda.

Il 20 marzo 1926 scoppia a Guangzhou “l’incidente della nave Zhongshan1.  Per contrastare Chiang Kai-shek e limitare l’espansione del suo consenso, Chen Duxiu (Primo segretario,  trotskysta, del PCC) convoca una riunione del Comitato Centrale del PCC e decide di adottare alcune contromisure, tra cui la creazione di un comitato speciale e sempre guidata e composta dal Comitato Centrale del Partito Comunista; ne fanno parte: Peng Shuzhi, Zhang Guotao, Tan Pingshan, Chen Yannian, Zhou Enlai, Zhang Tailei, e Peng Shuzhi come Segretario. Chen Duxiu, insieme a Peng Shuzhi, sostenevano le posizioni l’Opposizione Unificata in Urss, quindi premevano affinché il PCC si ritirasse dal Kuomintang.

Nel luglio 1926, il Comintern preme con maggior vigore il Partito Comunista Cinese nella sua politica di governo di collaborazione di classe all’interno del Kuomitang, politica ovviamente spinta da Stalin, Bucharin e coperta ideologicamente dal “nuovo teorico” della maggioranza in materia bolscevica Martynov 2.

Peng Shuzhi viene espulso dal Partito nel novembre 1929, insieme a Chen Duxiu, per aver manifestato le sue simpatie trotskyste.

Il 15 dicembre 1929 Chen Duxiu, Peng Shuzhi e altri fondano prima la “Società Proletaria”, e poi, nel maggio del 1931, insieme ad altri gruppi trotskisti, la Lega Comunista Cinese di cui Peng diviene il responsabile del lavoro di propaganda.

Il 15 ottobre 1932, Peng viene arrestato in Cina dalle forze governative.

Dopo lo scoppio della guerra cino-giapponese (metà anni ‘30), viene rilasciato di prigione, torna a Shanghai e continua a militare tra le fila del movimento trotskista.

Nel 1938 viene eletto negli organismi dirigenti della Quarta Internazionale guidata da Trotsky. Sebbene Peng Shuzhi, Liu Jialiang, Zheng Chaolin, Wang Wenyuan rappresentassero le migliori leve del marxismo rivoluzionario cinese, presto le divisioni politiche interne portarono ad una frammentazione della corrente trotskysta in Cina, che si  divise in due fazioni: la fazione di maggioranza guidata da Peng Shu, e l’altra, di minoranza, con a capo Zheng Chaolin e Wang Fanxi. 

Nel dicembre 1952, Peng Shuzhi è costretto all'esilio a Saigon prima, nel Vietnam del Sud, e successivamente a Parigi, lavorando sempre per la Quarta Internazionale.

Morì negli Stati Uniti, nel 1983.

 

Note

1. L’incidente della nave Zhongshan, noto anche come “incidente del 20 marzo” o “ribellione di Guangzhou del 20 marzo”, avvenne il 18 marzo, il quindicesimo anno della Repubblica Cinese (1926). Il decorso e le cause dell’incidente sono controverse.

2. Alexandr Martynov (12 dicembre 1865 – 5 giugno 1935) è stato un importante politico menscevico prima della rivoluziona russa del 1917, e qualche anno dopo la rivoluzione un critico della teoria della rivoluzione permanente di Leon Trotsky. Nei primi anni ‘20 aderisce al bolscevismo e successivamente alla maggioranza stalinista; dal 1924 lavorò per l’Internazionale Comunista. Divenne uno dei principali portavoce dell’Unione Sovietica sul comunismo mondiale. Sostenne la subordinazione del Partito Comunista Cinese al Kuomintang, fino alla debacle della Rivolta di Guangzhou. Nel 1930 affermò che l’ascesa del partito nazista era una “condizione necessaria” per la vittoria “decisiva” della rivoluzione operaia.

 

 

 

Partito Comunista dei Lavoratori

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