17 giugno 2023

Andreu Nin e le donne del P.O.U.M.



 

 

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10 giugno 2023

In memoria di Giacomo Matteotti

Oggi, davanti alla targa a lui dedicata sul Lungomare Falcomatà, abbiamo ricordato Giacomo Matteotti, rapito e assassinato il 10 giugno del 1924 da una squadra fascista a causa delle sue denunce sui brogli elettorali e del clima di violenza messi in atto dalla nascente dittatura di Benito Mussolini nelle elezioni del 6 aprile 1924.

 

Ma il fascismo non è semplicemente una categoria congelata nella storia, come i media e i politici di destra vogliono far credere. Oggi più che mai assistiamo ad una ripresa politica delle organizzazioni di estrema destra.

La destra è portatrice di dogmi e false verità (Dio, Patria e famiglia). Noi dobbiamo rispondere con la lotta di classe internazionalista allo sciovinismo piccolo-borghese che la destra esprime.

L’antifascismo è stato da sempre essenzialmente prerogativa dei militanti comunisti, socialisti ed anarchici, i quali hanno pagato al fascismo il prezzo più alto in termini di repressione. 

Occorre costruire un Fronte Unico Antifascista Internazionalista anche per contrastare questo governo post fascista.

Vorremmo, come PCL, chiudere con le parole di Giacomo Matteotti dette al parlamento egemonizzato dai fascisti: “Voi volete rigettare il paese indietro, verso l’assolutismo. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano.”

 

 

 

 

 

 

 

 

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08 giugno 2023

Responsabile è il capitalismo: chi lo governa, chi lo difende

Solo un governo delle lavoratrici e dei lavoratori può realizzare una vera svolta ambientalista

La tragedia dell’alluvione in Emilia-Romagna è la cartina di tornasole di un sistema fallito che si chiama capitalismo. Non c’è nulla di “naturale” in quanto accaduto. È la dittatura del profitto la causa del disastro, a monte e a valle.

Da un lato il drammatico cambio climatico sospinto dai combustibili fossili, che alimenta alluvioni e siccità in un vortice fuori controllo su scala planetaria, col Mediterraneo che si surriscalda con velocità superiore a quella globale. Dall’altro l’intensa cementificazione del suolo dettata dall’intreccio inestricabile di rendita fondiaria, proprietà immobiliare, interessi bancari e commerciali. Con tutto ciò che significa in fatto di disboscamenti e edifici costruiti sugli argini dei fiumi. Nel 2021 sono stati consumati in Italia 19 ettari al giorno (l’equivalente di 27 campi di calcio!). I governi nazionali e locali, indipendentemente dal loro colore, sono solo i comitati d’affari di questi interessi. Il fatto che l’ultima tragedia sia avvenuta in Emilia-Romagna all’ombra della giunta “progressista” di Bonaccini (e Schlein) – terza in Italia nel consumo di suolo – è di per sé emblematico.

Non solo. Gli investimenti nella prevenzione, nella cura del territorio, persino nella Protezione Civile, sono stati tagliati sistematicamente da più di 20 anni. Dalla Legge Obiettivo del governo Berlusconi (2001) allo Sblocca Italia del governo Renzi (2014), tutti si sono esercitati nel cancellare o ridurre le tutele ambientali a vantaggio dei costruttori. I governi Conte (2018-2021) hanno cancellato persino l’inventario delle richieste ambientali (“Italia sicura”). Per ultima la post-fascista Giorgia Meloni, a caccia di selfie nel fango, ha tagliato il 40% delle spese per la tutela del Po, nel mentre ha gonfiato quelle per la “Difesa”. Quanto al suo nuovo codice degli appalti, ignora ogni priorità ambientale oltre che sociale. Del resto, è sufficiente un dato. Il famoso PNRR negoziato da Conte e Draghi in sede UE, e da tutti osannano come la manna dal cielo (nonostante sia un enorme operazione a debito), riserva al dissesto idrogeologico appena 2,5 miliardi da qui al 2026. Praticamente il nulla. Alla faccia della retorica sull’ambiente!

Il punto è che tutto questo non accade per “una politica miope”, ma per ragioni strutturali e molto oculate. Si tagliano i fondi per l’ambiente per pagare ogni anno quasi 100 miliardi di soli interessi alle banche che hanno comprato i titoli di Stato. Le stesse banche che detengono azioni nei colossi energetici, nelle grandi proprietà immobiliari, nell’industria militare. Le stesse che hanno dettato a tutti i governi il taglio delle spese sanitarie e delle pensioni per “rispettare il pagamento del debito pubblico”. Cioè per ingrassare i propri profitti.

La verità allora è che tutte le recite sull’emergenza ambientale restano chiacchiere senza rompere col regime capitalista. Senza una nuova organizzazione dell’economia e della società in cui a decidere non sia, come oggi, una piccola minoranza di grandi azionisti, manager e banchieri ma sia la maggioranza della società stessa a partire da chi produce la ricchezza. Una società finalmente liberata dalla dittatura dei capitalisti, e per questo capace di provvedere in base a un piano alla riconversione ecologica della produzione, all’investimento centrale nelle fonti rinnovabili, ed anche semplicemente alla manutenzione dei fiumi e dei terreni. Non lo possono fare i governi capitalisti. Lo può fare unicamente un governo delle lavoratrici e dei lavoratori. Ciò che solo una rivoluzione può consentire. In una prospettiva internazionale.

Il Partito Comunista dei Lavoratori si batte per costruire, controcorrente, questa consapevolezza. Innanzitutto, tra i giovani.

 

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Il volantinaggio all'Hitachi del 07-06-2023



03 giugno 2023

Argentina, una sola formula possibile: unità

Articolo del compagno Lukas Vergara pubblicato su pclavoratori.it:

 

Le imminenti elezioni di pre-termine

La prossima tornata elettorale argentina ha importanti risvolti per la sinistra troskista mondiale [1].

Il FIT [2] argentino può mantenere o addirittura migliorare la sua proiezione e il suo risultato elettorale, palesandosi in maniera sempre più definita come la reale opposizione di classe e popolare alle politiche governative del peronismo e delle sue “opposizioni” in salsa liberale e fascistoide, ovvero Juntos por el cambio [3] e Milei [4].

Benché le elezioni di “pre-termine Paso” non siano quelle determinanti per il rinnovo della legislatura, non capiamo il motivo di spinte centrifughe di alcuni componenti del FIT, in particolare del PTS [5], quasi a voler testare con elezioni ritenute poco importanti, la propria possibilità di partecipazione autonoma sulla tribuna elettorale, sconfessando i criteri di responsabilità verso gli elettori del FIT, in larga parte lavoratori e studenti e attentando alla salute stessa del FIT, dall’interno della sua organizzazione. Azione quantomai azzardata, specie considerando la portata tattica e strategica che possiede il FIT argentino a livello mondiale, sulla sinistra trotskista mondiale, in un periodo storico dove a tutte le latitudini, le azioni dei governi contro la classe lavoratrice si caratterizzano per la difesa dei profitti della borghesia, il cui divario con i salari è causa dell’aumento considerevole a livello globale del tasso d’inflazione, per i tagli alle spese sociali a favore dei crediti alle imprese e alle spese militari o semplicemente all’attacco diretto dei diritti sociali e sindacali dei lavoratori. In questo contesto, non è assolutamente auspicabile un indebolimento endogeno del FIT.

Izquierda Socialista, uno dei componenti del Fronte, ha proposto la formula unitaria Solano-Bregman, scevra da qualsiasi autoreferenzialità di partito, pur di evitare la presentazione di liste separate tra i componenti del Fronte Unico della Sinistra Rivoluzionaria. Invece, la risoluzione proposta dalla Direzione Nazionale del PTS, ratificata dalle assemblee aperte, convocate dal PTS stesso, invita il FIT a scendere in campo elettorale con la coppia Bregman-Del Cano, ovvero i due militanti più rappresentativi del Partito. A prescindere dal metodo, che più che rispecchiare il partito leninista fa una concessione al metodo assemblearista del populismo di sinistra, è la proposta che odora di autoreferenzialità, come a dire o si va in campo con i nostri giocatori oppure non si va.

Anche a livello tattico il PTS sbaglia: quando enumera le ragioni oggettive che sono il presupposto per la candidatura autoreferenziale Bregman-Del Cano. È proprio in ragione di quelle motivazioni, tra cui la povertà e la precarietà aumentate con il governo peronista, gli accordi capestro con il FMI [6] che danneggiano i settori previdenziale, sanitario, scolastico, alloggiativo e infrastrutturale, nonché la presenza dell’estrema destra di Milei e il ruolo nefasto della burocrazia sindacale, che dovrebbe spingere la dirigenza del PTS a trovare una formula unitaria e non divisiva, che mantenga il FIT in salute e capace di affrontare la prossima tornata elettorale e più in là delle elezioni, permetta al Fronte di Sinistra e dei Lavoratori di aumentare la sua crescita e la sua rappresentatività nella classe lavoratrice argentina.

Non meglio si comportano, con le loro proposte antiunitarie MST [7] e PO [8]. In estrema sintesi, il Partido Obrero propone un Congresso del FIT, affinché si voti su quale delle candidature presentare, che a parte quella di IS [9] che è l’unica forza integrante del FIT a non appoggiare alcuno dei suoi rappresentanti, le altre sono diretta espressione di ciascun componente del FIT.

L’MST sostiene che il FIT, invece che preoccuparsi di unità elettorale, dovrebbe trasformarsi in un grande movimento politico, in cui discutere in maniera ancora più fluida, e nel frattempo suggerisce i suoi candidati, suoi perché rappresentativi di sé stessi, alle prossime elezioni: Fierro-Bodart, criticando la campagna di IS, stigmatizzata come campagna politica basata su fake news. Se da un lato la proposta congressista del PO è fine a sé stessa, poiché dovrebbe avere come presupposto lo scioglimento del FIT-U in un Partito, obiettivo che il PO non rincorre, a meno che il nuovo partito della sinistra rivoluzionaria argentina sia a sua immagine e somiglianza, come a livello internazionale è la CRQI [10], dall’altro lato la posizione dell’MST non è neppure coerentemente trotskista, bensì movimentista, con tutti i limiti riconosciuti al movimentismo.

L’MST propugna maggiore dialettica e sembra quasi essere soddisfatto della presenza di più liste, come a voler testimoniare l’alta presenza democratica e dibattimentale nel FIT. In realtà, ciò dimostra il contrario, ovvero l’assoluta ritrosia ad un percorso unitario e disciplinato dove un’eventuale organizzazione interna al FIT, costituita da statuti e regolamenti possa determinare la reale rappresentanza delle varie componenti, ma soprattutto un avanzamento verso una reale unità politica e organizzativa. L’involuzione più marcata rimane, tuttavia, quella del PTS.

IL PTS con lo stesso metodo assemblearista con cui nel 2018 invocava la massima unità con la proposta di scioglimento del FIT in un Partito dei lavoratori, oggi invece ne determina la potenziale crisi unitaria, essendo la prima forza del Fronte con la presentazione solitaria della coppia Bregman-Del Cano. Lo stesso metodo che a livello internazionale non gli permette di esprimersi in maniera coerentemente centralista democratica, procedendo con dibattiti e conferenze e agitando in maniera velleitaria la volontà di fondare un’Internazionale unica dei partiti marxisti rivoluzionari. In sintesi, l’unità per il PTS si fa nel FIT con il PTS e dentro il PTS, a livello internazionale nella Frazione Bolscevica e con la Frazione Bolscevica [11].

Il problema di fondo rimane, dunque, quello del metodo, postulato fondamentale per un fronte unico della sinistra rivoluzionaria. Lo scorso 16 maggio il PO partendo da critiche coerenti al PTS, riguardanti le altalenanti posizioni di quest’ultimo, che a seconda della singola situazione elettorale, passa dalle proposte di fusione a quelle di divisione, sbaglia metodo. Sbaglia nei toni, accusando Myriam Bregman [12] e il PTS di avere una posizione kirchnerista e sbaglia, soprattutto, nella proposta congressuale.

Qual è il presupposto di un partito centralista democratico per convocare un Congresso: il dare una linea politica alla propria organizzazione. Quale linea politica puoi dare al FIT, che non è un partito ma una coalizione di partiti? Un Congresso del FIT, qualora ci sia la volontà politica, che oggi manca, avrebbe come obiettivo primario quello di fondare il partito marxista unificato in Argentina.

La proposta del PO è estemporanea, anch’essa di propaganda, elettoralista e assemblearista, che non meraviglia se provenisse da un movimento, quale l’MST, ma non da un Partito che si definisce centralista democratico, quale il PO. Non a caso, l’MST ha iniziato ad appoggiare la proposta del PO, considerandola simile alla sua indicazione di assemblea generale nel FIT, che sia quanto più ampia possibile, senza alcun criterio decisionale, né di militanza, volendo in ciò modificare il DNA del fronte stesso, da partitico a movimentista e finendo per indebolirlo.

In effetti, come ha avuto modo di segnalare Juan Carlos Giordano [13] di IS, questo divisionismo ha già comportato la rottura del FIT nelle recenti elezioni di Salta. Il punto oggi è rendersi conto che le differenze nel FIT esistono e che occorre rispettare gli accordi di funzionamento del 2019, per preservare l’unità, la presenza di un fronte di sinistra anticapitalista e rivoluzionario, alternativo al peronismo, alla destra liberale e a quella reazionaria di Milei.

La formula Bregman-Solano proposta da Izquierda Socialista è coerente con gli accordi di funzionamento interno del FIT ed è, ad oggi, l’unica che permette di affrontare unitariamente le politiche padronali dei governi di centro-destra e centro-sinistra contro la classe lavoratrice argentina. Non sarà possibile affrontare un serio dibattito non solo a livello nazionale ma anche a livello internazionale, se prima non si abbandona qualsiasi tipo di atteggiamento autoreferenziale, al fine di ottenere l’unità dei trotskisti non solo a livello nazionale ma anche internazionale, funzionale alla ricostruzione di una Internazionale, basata sul centralismo democratico, e bastione di lotta che non solo si merita la classe lavoratrice argentina, ma sarebbe un punto fondamentale nella lotta di classe a livello internazionale per la classe operaia mondiale.

Lukas Vergara



NOTE

1 - Durante il periodo di pubblicazione dell’articolo si è evidenziata ancora di più la probabile presentazione separata del Fit-u con due liste, una composta dal PTS e IS e l’altra dal PO con il MST
2 - Frente de Izquierda e des los Trabajadores
3 - Jxc partito della destra conservatrice liberale
4 - Javier Milei, economista della scuola austriaca, si definisce un anarco-capitalista, propugna la sostituzione del peso con il dollaro. A prescindere dalla definizione, la sua è una caratterizzazione politica reazionaria e fascistoide
5 - Partido de los Trabajadores Socialistas
6 - Fondo Monetario Internazionale
7 - Movimiento Socialista de los Trabajadores
8 - Partido Obrero
9 - Izquierda Socialista
10 - Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale
11 - Organizzazione internazionale di riferimento per il Pts
12 - Esponente riconosciuta del pts e deputata
13 - esponente riconosciuto di is e deputato


In ricordo di Pietro Tresso. A 80 anni dalla sua morte

Sono ormai passati ottant’anni da quando “Blasco”, Pietro Tresso, uno dei dirigenti di primo piano del movimento operaio italiano ed inter...