07 aprile 2024

Quando Stalin non vinse il congresso

Il XX Congresso del Partito Comunista (1956) segnò l’inizio della denuncia (formale) dei crimini di Stalin da parte degli stessi complici stalinisti e diede il via, in modo strumentale, ai lavori per la riabilitazione delle vittime della politica repressiva di Stalin. IL tentativo di destalinizzazione, sempre subordinato alle logiche di apparato, comunque portò con se l’emergere di alcuni aspetti della vita interna Partito e i relativi aspetti burocratici come il materiale del 17° Congresso PCUS, il materiale del conteggio delle schede.


Circa 90 anni fa, il 10 febbraio 1934, si concludeva a Mosca il XVII Congresso del Partito Comunista, Stalin aveva oramai da tempo il partito in pugno e non a caso il congresso venne definito in un primo momento il “congresso dei vincitori- definizione che tenne per poco tempo sui libri di storia -, e dopo l’avvio del terrore staliniano (metà anni 30), fu ribattezzato il “congresso dei giustiziati”. 

 

Possibile che la volontà di destituire Stalin al XVII Congresso del Partito da parte di un gran numero di delegati abbia un collegamento con la morte, nel dicembre 1934, di Sergei Kirov (possibile sostituto di Stalin alla Segreteria)? Che questi episodi abbiano una connessione con il Grande Terrore del 1937-1938? Sicuramente Stalin utilizzò questi eventi per reprimere l’URSS in una morsa violenta e rafforzare così il dominio della casta burocratica.

Nel novembre 1960, in epoca Kruscioviana, furono desecretati i documenti relativi a 26 anni prima - i documenti di quel XVII Congresso (dei vincitori o giustiziati, come abbiamo visto) - e si scoprì che delle 1.225 (secondo una delle valutazioni) schede relative alle elezioni del Comitato Centrale (secondo il numero dei delegati votanti approvato dalla Commissione delle Credenziali), ve n’erano solo 1.059 disponibili, cioè ve ne erano 166 in meno.

Una testimonianza fornita dal delegato al congresso V.M. Verkhovykh, addetto proprio al conteggio delle schede: “Come risultato della votazione... Stalin, Molotov, Kaganovich hanno avuto il maggior numero di voti contrari, ciascuno ha avuto più di 100 voti contrari, ora non ricordo esattamente... ma sembra Stalin 125 o 123.

A.V. Antonov - Ovseenko (1) nel suo libro “Ritratto del tiranno” aveva segnalato circa 292 voti avversi a Stalin prima che l’apparato dirigente stalinista diede l’ordine di far sparire, probabilmente bruciare, le schede “sbagliate”.

Della medesima opinione era la bolscevica Shatunovskaya: Stalin aveva ricevuto circa 300 voti contrari. (2)

Al di là dei voti, non importa quanti abbiano votato contro Stalin – 292 o 169 –, sono tanti in ogni caso e se a questo si somma la volontà di alcuni militanti storici presenti al XVII Congresso di rimuovere di Stalin, progettando e discutendo la sostituzione alla guida del Partito, il gioco è fatto. Stalin aveva sconfitto le opposizioni ora per gestire al meglio il potere era “sufficiente” alimentare la sua paranoia, sopprimendo anche i suoi collaboratori, dei delegati al XVII congresso. I numeri sono impietosi: su 1.966 presenti al congresso, 1.103 furono arrestati con l’accusa di crimini controrivoluzionari, e di quest’ultimi 848 furono uccisi.

E questo, del resto, non è stato il solo caso di congressi con voti assenti.

Ad esempio, al precedente Congresso - il XVI - del 1930, quando furono aperte le urne, mancavano 136 schede, e lo stesso accadde al successivo - il XVIII - nel 1939; nonostante la sanguinosa epurazione appena avvenuta, aumentò notevolmente il sistema di controllo: mancavano ancora 44 schede.

Difficile dire con certezza come andarono le cose. Le successive commissioni di verifica, promosse sia da Krusciov che da Gorbaciov, hanno dato risultati non similari anche se tutte hanno evidenziato “irregolarità” nella gestione delle votazioni. Chiaramente, nonostante il clima festoso e di lode a Stalin, la repressione della stragrande maggioranza dei delegati ne vidima la manomissione.

E. G.


 

Note

1. Stalin. Porträt einer Tyrannei.  Anton Antonow-Owssejenko Editore: Générique (1969)

2. Olga Shatunovskaya fu membro del Partito Comunista sin dall’età di 16 anni, in pieno periodo rivoluzionario, fu anche una stretta collaboratrice di Anastas Mikoyan, lavorò nell’organizzazione di Baku del partito dal 1918 e prestò servizio come segretaria di Stepan Shaumian.  Fu arrestata nel 1937 e vittima della repressione stalinista. Dopo la morte di Stalin nel 1953, divenne membro del Comitato di controllo del partito sovietico e capo di una commissione speciale sulla riabilitazione durante il “disgelo di Krusciov”, si occupò anche dell’omicidio Kirov. Shatunovskaya è stata onorata con le più alte medaglie sovietiche.

3. Gli uomini di Stalin.  Montefiore 

 

 

 

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