07 maggio 2023

Marxismo rivoluzionario: Ucraina a un anno dall'invasione

A un anno dall’invasione russa dell’Ucraina è importante fare il punto su questa guerra, partendo dalla sua natura, considerando la sua evoluzione, ribadendo il posizionamento politico dei rivoluzionari. Questo il motivo dell’incontro.

 

          


     
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In un anno di guerra, sia nel confronto politico che nel senso comune, si sono mescolate verità e pregiudizi.
La paura più che motivata di un’escalation bellica, spesso accompagnata al rifiuto del sostegno militare al paese aggredito, si è mescolata col monito a non immischiarsi in fatti che non ci riguardano. Questa la posizione dei pacifisti nei media. Non la nostra!

La natura della guerra in atto è e resta innanzitutto la guerra dell’imperialismo russo all’Ucraina. I soggetti centrali sono l’imperialismo russo e lo Stato ucraino. Questa è la linea del fronte! E ci richiama a una questione che per noi è centrale: IL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE DEL POPOLO UCRAINO.

Ricordando la dichiarazione di Putin “L’Ucraina è una invenzione di Lenin e dei bolscevichi”, è fondamentale soffermarsi sulla motivazione dell’aggressione, insieme imperiale e anticomunista.

Certamente un diffuso luogo comune nega l’esistenza dell’imperialismo russo. In qualche caso si rappresenta la sua politica come difensiva contro l’espansione della NATO che avrebbe “abbaiato alle sue porte”.

Se certamente nell’ultimo trentennio gli imperialismi NATO  a guida USA hanno progressivamente allargato la propria area d’influenza, penetrando in larga parte dell’Est Europa, è altrettanto innegabile che recentemente si è assistito, invece, a una crisi progressiva dell’egemonia degli USA. La politica di potenza dell’imperialismo russo, dalla metà degli anni 2000, si è sviluppata in questo contesto. È una reazione anche all’espansione della NATO, ma soprattutto all’indebolimento degli imperialismi occidentali. Ricordando l’irruzione della Russia nella guerra siriana, in Libia, in Africa centrale, si è evidenziato proprio come questi atti fossero la capitalizzazione russa della crisi dell’egemonia USA e dei suoi alleati. L’invasione dell’Ucraina un anno fa, successiva alla disfatta USA in Afghanistan, è un riflesso di questa dinamica e non di un “abbaiare alle porte della Russia”.

Richiamando all’oggettività della guerra in corso, che è una guerra asimmetrica, è bene ribadire che l’Ucraina è il terreno di combattimento, non la Russia. L’Ucraina si difende sul proprio territorio, senza attaccare il territorio russo. È la Russia a invadere l’Ucraina da un anno, distruggendo città e bombardando indistintamente ospedali, scuole, edifici, fabbriche (esiste una guerra d’invasione senza vittime civili?).

Certamente gli imperialismi occidentali sono stati spiazzati dall’imprevista resistenza del popolo ucraino, e affrettandosi a sostenerla per un proprio interesse, stanno provando a fare di necessità virtù. Ma intendiamoci: se gli USA avessero abbandonato la resistenza ucraina alle sue sole forze, questo avrebbe significato un lasciapassare per la Cina su Taiwan, con l’ulteriore ridimensionamento del proprio ruolo di “poliziotto nel mondo”.

Il sostegno degli imperialismi occidentali all’Ucraina è oggettivamente determinante, ma la teoria della guerra in Ucraina come guerra per procura della NATO contro la Russia è falsa. Il sostegno militare della NATO all’Ucraina non equivale all’ingresso diretto della NATO in una guerra contro la Russia.

È infatti l’attenta analisi storica, come abbiamo ribadito più volte, a chiarire questa distinzione. Alcuni esempi: la Gran Bretagna che sostenne l’Etiopia contro l’imperialismo fascista nel 1936 ma che non fu in guerra con l’Italia sino al 1940; il sostegno, ancora della Gran Bretagna, alla Cina contro l’invasione giapponese nel 1936-’38, senza essere a quel tempo in guerra col Giappone; l’URSS staliniana col sostegno economico e militarmente alla Germania nazista fra il 1939 e il 1941, senza per questo essere in guerra contro Gran Bretagna e Francia; Cina e URSS negli anni ‘60 e ‘70 con il massiccio appoggio militare al Vietnam contro gli USA, senza essere entrambi in guerra con gli USA.

Il dibattito ha poi lasciato spazio agli interventi dei presenti, le cui posizioni hanno contribuito a rimarcare il ruolo della Russia senza dimenticare l’atteggiamento spesso contraddittorio degli Stati occidentali.

A conclusione,  ribadiamo quello che dev'essere l’atteggiamento coerente della classe lavoratrice, in questa così come in altre guerre imperialistiche. In richiamo alla tradizione del marxismo rivoluzionario internazionale, la linea indipendente e la strategia assunta di volta in volta dalla nostra classe, discerne dalla natura della guerra in questione. La nostra posizione non è mai dogmatica ed è sempre attenta allo sviluppo dialettico della realtà.

Lenin e Trotsky hanno sempre difeso le nazioni dipendenti contro le potenze imperialiste che le opprimevano o le aggredivano, anche quando tali nazioni venivano sostenute per interesse proprio da imperialismi rivali. Nel 1916, il sostegno tedesco al movimento nazionale irlandese non impedì a Lenin di sostenere l’Irlanda contro l’imperialismo britannico. Nel 1935, il sostegno della Gran Bretagna all’Etiopia contro l’imperialismo fascista non impedì a Trotsky di rivendicare la difesa dell’Etiopia contro l’Italia; così come il sostegno britannico alla Cina, non gli impedì di sostenere la Cina contro il Giappone.

La nostra difesa dell’Ucraina contro l’imperialismo russo, nonostante l’appoggio dell’Ucraina da parte imperialismi NATO, è un’applicazione coerente ed elementare di questo metodo leninista. 

La difesa dell’Ucraina è la difesa contro la guerra d’invasione dell’imperialismo russo. Proprio perché siamo contro tutti gli imperialismi, siamo contro tutte le loro guerre, a sostegno di tutti i popoli da questi invasi.
Così come nonostante i regimi di Saddam, Milosevic e quello talebano, abbiamo difeso l’Iraq, la Serbia, l’Afghanistan contro le guerre imperialiste dell’Occidente, oggi come da un anno a questa parte difendiamo l’Ucraina dalla guerra d’invasione dell’imperialismo russo.

La vera linea di distinzione nella guerra in Ucraina non è tra fascismo e antifascismo. È tra una potenza imperialista e una nazione dipendente. È una distinzione di fondo che segna la coerente collocazione dei rivoluzionari.

Naturalmente, se la guerra cambiasse natura, cambierebbe la nostra posizione. Se la NATO entrasse direttamente in guerra contro la Russia, assumeremmo una posizione di disfattismo bilaterale, come a fronte di ogni guerra interimperialista.
Resta il fatto che non possiamo confondere una possibilità futura con la realtà presente.
 
Ricordiamo che il nostro sostegno non significa subordinazione alla destra nazionalista ucraina (incarnata da Zelensky) o a tendenze revansciste in alcuni Stati NATO (vedi Gran Bretagna e Polonia). Così come per noi non è in discussione l’appartenenza della Crimea alla Russia. Il popolo della Crimea è infatti russo, non semplicemente russofono. Così come per noi non è in discussione il diritto di autodeterminazione delle popolazioni russofone (queste si) del Donbass. E saranno le popolazioni del Donbass a esercitare il diritto di scegliere liberamente dove vogliono vivere.

 

 

Partito Comunista dei Lavoratori