17 giugno 2023
12 giugno 2023
10 giugno 2023
In memoria di Giacomo Matteotti
Oggi, davanti alla targa a lui dedicata sul
Lungomare Falcomatà, abbiamo ricordato Giacomo Matteotti, rapito e
assassinato il 10 giugno del 1924 da una squadra fascista a causa delle sue
denunce sui brogli elettorali e del clima di violenza messi in atto dalla
nascente dittatura di Benito Mussolini nelle elezioni del 6 aprile 1924.
Ma il fascismo non è semplicemente una categoria congelata nella storia, come i media e i politici di destra vogliono far credere. Oggi più che mai assistiamo ad una ripresa politica delle organizzazioni di estrema destra.
La destra è portatrice di dogmi e false verità (Dio, Patria e famiglia). Noi dobbiamo rispondere con la lotta di classe internazionalista allo sciovinismo piccolo-borghese che la destra esprime.
L’antifascismo è stato da sempre essenzialmente prerogativa dei militanti comunisti, socialisti ed anarchici, i quali hanno pagato al fascismo il prezzo più alto in termini di repressione.
Occorre costruire un Fronte Unico Antifascista Internazionalista anche per contrastare questo governo post fascista.
Vorremmo, come PCL, chiudere con le parole di Giacomo Matteotti dette al parlamento egemonizzato dai fascisti: “Voi volete rigettare il paese indietro, verso l’assolutismo. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano.”
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Partito
Comunista dei Lavoratori
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08 giugno 2023
Responsabile è il capitalismo: chi lo governa, chi lo difende
Solo un governo delle lavoratrici e dei lavoratori può realizzare una vera svolta ambientalista
La tragedia dell’alluvione in Emilia-Romagna è la cartina di tornasole di un sistema fallito che si chiama capitalismo. Non c’è nulla di “naturale” in quanto accaduto. È la dittatura del profitto la causa del disastro, a monte e a valle.
Da un lato il drammatico cambio climatico sospinto dai combustibili fossili, che alimenta alluvioni e siccità in un vortice fuori controllo su scala planetaria, col Mediterraneo che si surriscalda con velocità superiore a quella globale. Dall’altro l’intensa cementificazione del suolo dettata dall’intreccio inestricabile di rendita fondiaria, proprietà immobiliare, interessi bancari e commerciali. Con tutto ciò che significa in fatto di disboscamenti e edifici costruiti sugli argini dei fiumi. Nel 2021 sono stati consumati in Italia 19 ettari al giorno (l’equivalente di 27 campi di calcio!). I governi nazionali e locali, indipendentemente dal loro colore, sono solo i comitati d’affari di questi interessi. Il fatto che l’ultima tragedia sia avvenuta in Emilia-Romagna all’ombra della giunta “progressista” di Bonaccini (e Schlein) – terza in Italia nel consumo di suolo – è di per sé emblematico.
Non solo. Gli investimenti nella prevenzione, nella cura del territorio, persino nella Protezione Civile, sono stati tagliati sistematicamente da più di 20 anni. Dalla Legge Obiettivo del governo Berlusconi (2001) allo Sblocca Italia del governo Renzi (2014), tutti si sono esercitati nel cancellare o ridurre le tutele ambientali a vantaggio dei costruttori. I governi Conte (2018-2021) hanno cancellato persino l’inventario delle richieste ambientali (“Italia sicura”). Per ultima la post-fascista Giorgia Meloni, a caccia di selfie nel fango, ha tagliato il 40% delle spese per la tutela del Po, nel mentre ha gonfiato quelle per la “Difesa”. Quanto al suo nuovo codice degli appalti, ignora ogni priorità ambientale oltre che sociale. Del resto, è sufficiente un dato. Il famoso PNRR negoziato da Conte e Draghi in sede UE, e da tutti osannano come la manna dal cielo (nonostante sia un enorme operazione a debito), riserva al dissesto idrogeologico appena 2,5 miliardi da qui al 2026. Praticamente il nulla. Alla faccia della retorica sull’ambiente!
Il punto è che tutto questo non accade per “una politica miope”, ma per ragioni strutturali e molto oculate. Si tagliano i fondi per l’ambiente per pagare ogni anno quasi 100 miliardi di soli interessi alle banche che hanno comprato i titoli di Stato. Le stesse banche che detengono azioni nei colossi energetici, nelle grandi proprietà immobiliari, nell’industria militare. Le stesse che hanno dettato a tutti i governi il taglio delle spese sanitarie e delle pensioni per “rispettare il pagamento del debito pubblico”. Cioè per ingrassare i propri profitti.
La verità allora è che tutte le recite sull’emergenza ambientale restano chiacchiere senza rompere col regime capitalista. Senza una nuova organizzazione dell’economia e della società in cui a decidere non sia, come oggi, una piccola minoranza di grandi azionisti, manager e banchieri ma sia la maggioranza della società stessa a partire da chi produce la ricchezza. Una società finalmente liberata dalla dittatura dei capitalisti, e per questo capace di provvedere in base a un piano alla riconversione ecologica della produzione, all’investimento centrale nelle fonti rinnovabili, ed anche semplicemente alla manutenzione dei fiumi e dei terreni. Non lo possono fare i governi capitalisti. Lo può fare unicamente un governo delle lavoratrici e dei lavoratori. Ciò che solo una rivoluzione può consentire. In una prospettiva internazionale.
Il Partito Comunista dei Lavoratori si batte per costruire, controcorrente, questa consapevolezza. Innanzitutto, tra i giovani.
Partito Comunista dei Lavoratori
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Il volantinaggio all'Hitachi del 07-06-2023
03 giugno 2023
Argentina, una sola formula possibile: unità
Articolo del compagno Lukas Vergara pubblicato su pclavoratori.it:
Le imminenti elezioni di pre-termine
La prossima tornata elettorale argentina ha importanti risvolti per la sinistra troskista mondiale [1].
Il FIT [2] argentino può mantenere o addirittura migliorare la sua
proiezione e il suo risultato elettorale, palesandosi in maniera sempre
più definita come la reale opposizione di classe e popolare alle
politiche governative del peronismo e delle sue “opposizioni” in salsa
liberale e fascistoide, ovvero Juntos por el cambio [3] e Milei [4].
Benché le elezioni di “pre-termine Paso” non siano quelle
determinanti per il rinnovo della legislatura, non capiamo il motivo di
spinte centrifughe di alcuni componenti del FIT, in particolare del PTS
[5], quasi a voler testare con elezioni ritenute poco importanti, la
propria possibilità di partecipazione autonoma sulla tribuna elettorale,
sconfessando i criteri di responsabilità verso gli elettori del FIT, in
larga parte lavoratori e studenti e attentando alla salute stessa del
FIT, dall’interno della sua organizzazione. Azione quantomai azzardata,
specie considerando la portata tattica e strategica che possiede il FIT
argentino a livello mondiale, sulla sinistra trotskista mondiale, in un
periodo storico dove a tutte le latitudini, le azioni dei governi contro
la classe lavoratrice si caratterizzano per la difesa dei profitti
della borghesia, il cui divario con i salari è causa dell’aumento
considerevole a livello globale del tasso d’inflazione, per i tagli alle
spese sociali a favore dei crediti alle imprese e alle spese militari o
semplicemente all’attacco diretto dei diritti sociali e sindacali dei
lavoratori. In questo contesto, non è assolutamente auspicabile un
indebolimento endogeno del FIT.
Izquierda Socialista, uno dei componenti del Fronte, ha
proposto la formula unitaria Solano-Bregman, scevra da qualsiasi
autoreferenzialità di partito, pur di evitare la presentazione di liste
separate tra i componenti del Fronte Unico della Sinistra Rivoluzionaria.
Invece, la risoluzione proposta dalla Direzione Nazionale del PTS,
ratificata dalle assemblee aperte, convocate dal PTS stesso, invita il
FIT a scendere in campo elettorale con la coppia Bregman-Del Cano,
ovvero i due militanti più rappresentativi del Partito. A prescindere
dal metodo, che più che rispecchiare il partito leninista fa una
concessione al metodo assemblearista del populismo di sinistra, è la
proposta che odora di autoreferenzialità, come a dire o si va in campo
con i nostri giocatori oppure non si va.
Anche a livello tattico il PTS sbaglia: quando enumera le ragioni
oggettive che sono il presupposto per la candidatura autoreferenziale
Bregman-Del Cano. È proprio in ragione di quelle motivazioni, tra cui la
povertà e la precarietà aumentate con il governo peronista, gli accordi
capestro con il FMI [6] che danneggiano i settori previdenziale,
sanitario, scolastico, alloggiativo e infrastrutturale, nonché la
presenza dell’estrema destra di Milei e il ruolo nefasto della
burocrazia sindacale, che dovrebbe spingere la dirigenza del PTS a
trovare una formula unitaria e non divisiva, che mantenga il FIT in
salute e capace di affrontare la prossima tornata elettorale e più in là
delle elezioni, permetta al Fronte di Sinistra e dei Lavoratori di
aumentare la sua crescita e la sua rappresentatività nella classe
lavoratrice argentina.
Non meglio si comportano, con le loro proposte antiunitarie MST [7] e PO [8]. In estrema sintesi, il Partido Obrero
propone un Congresso del FIT, affinché si voti su quale delle
candidature presentare, che a parte quella di IS [9] che è l’unica forza
integrante del FIT a non appoggiare alcuno dei suoi rappresentanti, le
altre sono diretta espressione di ciascun componente del FIT.
L’MST sostiene che il FIT, invece che preoccuparsi di unità
elettorale, dovrebbe trasformarsi in un grande movimento politico, in
cui discutere in maniera ancora più fluida, e nel frattempo suggerisce i
suoi candidati, suoi perché rappresentativi di sé stessi, alle prossime
elezioni: Fierro-Bodart, criticando la campagna di IS, stigmatizzata
come campagna politica basata su fake news. Se da un lato la proposta
congressista del PO è fine a sé stessa, poiché dovrebbe avere come
presupposto lo scioglimento del FIT-U in un Partito, obiettivo che il PO
non rincorre, a meno che il nuovo partito della sinistra rivoluzionaria
argentina sia a sua immagine e somiglianza, come a livello
internazionale è la CRQI [10], dall’altro lato la posizione dell’MST non
è neppure coerentemente trotskista, bensì movimentista, con tutti i
limiti riconosciuti al movimentismo.
L’MST propugna maggiore dialettica e sembra quasi essere soddisfatto
della presenza di più liste, come a voler testimoniare l’alta presenza
democratica e dibattimentale nel FIT. In realtà, ciò dimostra il
contrario, ovvero l’assoluta ritrosia ad un percorso unitario e
disciplinato dove un’eventuale organizzazione interna al FIT, costituita
da statuti e regolamenti possa determinare la reale rappresentanza
delle varie componenti, ma soprattutto un avanzamento verso una reale
unità politica e organizzativa. L’involuzione più marcata rimane,
tuttavia, quella del PTS.
IL PTS con lo stesso metodo assemblearista con cui nel 2018 invocava
la massima unità con la proposta di scioglimento del FIT in un Partito
dei lavoratori, oggi invece ne determina la potenziale crisi unitaria,
essendo la prima forza del Fronte con la presentazione solitaria della
coppia Bregman-Del Cano. Lo stesso metodo che a livello internazionale
non gli permette di esprimersi in maniera coerentemente centralista
democratica, procedendo con dibattiti e conferenze e agitando in maniera
velleitaria la volontà di fondare un’Internazionale unica dei partiti
marxisti rivoluzionari. In sintesi, l’unità per il PTS si fa nel FIT con
il PTS e dentro il PTS, a livello internazionale nella Frazione
Bolscevica e con la Frazione Bolscevica [11].
Il problema di fondo rimane, dunque, quello del metodo, postulato
fondamentale per un fronte unico della sinistra rivoluzionaria. Lo
scorso 16 maggio il PO partendo da critiche coerenti al PTS, riguardanti
le altalenanti posizioni di quest’ultimo, che a seconda della singola
situazione elettorale, passa dalle proposte di fusione a quelle di
divisione, sbaglia metodo. Sbaglia nei toni, accusando Myriam Bregman
[12] e il PTS di avere una posizione kirchnerista e sbaglia,
soprattutto, nella proposta congressuale.
Qual è il presupposto di un partito centralista democratico per
convocare un Congresso: il dare una linea politica alla propria
organizzazione. Quale linea politica puoi dare al FIT, che non è un
partito ma una coalizione di partiti? Un Congresso del FIT, qualora ci
sia la volontà politica, che oggi manca, avrebbe come obiettivo primario
quello di fondare il partito marxista unificato in Argentina.
La proposta del PO è estemporanea, anch’essa di propaganda,
elettoralista e assemblearista, che non meraviglia se provenisse da un
movimento, quale l’MST, ma non da un Partito che si definisce
centralista democratico, quale il PO. Non a caso, l’MST ha iniziato ad
appoggiare la proposta del PO, considerandola simile alla sua
indicazione di assemblea generale nel FIT, che sia quanto più ampia
possibile, senza alcun criterio decisionale, né di militanza, volendo in
ciò modificare il DNA del fronte stesso, da partitico a movimentista e
finendo per indebolirlo.
In effetti, come ha avuto modo di segnalare Juan Carlos Giordano
[13] di IS, questo divisionismo ha già comportato la rottura del FIT
nelle recenti elezioni di Salta. Il punto oggi è rendersi conto che le
differenze nel FIT esistono e che occorre rispettare gli accordi di
funzionamento del 2019, per preservare l’unità, la presenza di un fronte
di sinistra anticapitalista e rivoluzionario, alternativo al peronismo,
alla destra liberale e a quella reazionaria di Milei.
La formula Bregman-Solano proposta da Izquierda Socialista è
coerente con gli accordi di funzionamento interno del FIT ed è, ad oggi,
l’unica che permette di affrontare unitariamente le politiche padronali
dei governi di centro-destra e centro-sinistra contro la classe
lavoratrice argentina. Non sarà possibile affrontare un serio dibattito
non solo a livello nazionale ma anche a livello internazionale, se prima
non si abbandona qualsiasi tipo di atteggiamento autoreferenziale, al
fine di ottenere l’unità dei trotskisti non solo a livello nazionale ma
anche internazionale, funzionale alla ricostruzione di una
Internazionale, basata sul centralismo democratico, e bastione di lotta
che non solo si merita la classe lavoratrice argentina, ma sarebbe un
punto fondamentale nella lotta di classe a livello internazionale per la
classe operaia mondiale.
Lukas Vergara
NOTE
1 - Durante il periodo di pubblicazione dell’articolo si è
evidenziata ancora di più la probabile presentazione separata del Fit-u
con due liste, una composta dal PTS e IS e l’altra dal PO con il MST
2 - Frente de Izquierda e des los Trabajadores
3 - Jxc partito della destra conservatrice liberale
4 - Javier Milei, economista della scuola austriaca, si definisce un
anarco-capitalista, propugna la sostituzione del peso con il dollaro. A
prescindere dalla definizione, la sua è una caratterizzazione politica
reazionaria e fascistoide
5 - Partido de los Trabajadores Socialistas
6 - Fondo Monetario Internazionale
7 - Movimiento Socialista de los Trabajadores
8 - Partido Obrero
9 - Izquierda Socialista
10 - Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale
11 - Organizzazione internazionale di riferimento per il Pts
12 - Esponente riconosciuta del pts e deputata
13 - esponente riconosciuto di is e deputato