Il 7 Ottobre a Roma, la Cgil scenderà in piazza portandosi dietro una buona fetta di classe operaia.
A Milano, invece, dopo il barbaro sgombero del rifugio Cuori Liberi di Zinasco, piccola frazione del comune di Sairano in provincia di Pavia, scenderanno in piazza animalisti e antispecisti.
La Cgil scende in piazza per una piattaforma larga che va dal lavoro al fisco, dalle pensioni allo stato sociale (leggi il nostro volantino di approfondimento qui).
Gli animalisti scenderanno in piazza contro la soppressione di nove
maiali sani per “preservare la peste” del Capitale. Dopo averci regalato
la malattia del Covid a livello mondiale, i macelli intensivi nel
pavese hanno indotto la pesta suina. Oltre 33000 suini sono stati
abbattuti. Ma non sono bastati al capitale a porsi delle domande sugli
allevamenti intensivi e a muovere qualche coscienza in più.
Viviamo in un mondo in cui c’è un comune consenso riguardo al
benessere degli animali domestici. Sono inseriti nella sfera famigliare,
negli affetti e non vengono considerati oggetti dello sfruttamento
sistematico e diffuso, del quale soffrono gli animali proprietà privata
dei capitalisti. Un vero e proprio cortocircuito etico.
Molti animalisti credevano di aver ottenuto da poco il
riconoscimento ufficiale dei rifugi o santuari per animali salvati, come
realtà a sé stanti, non più come sottocategoria degli allevamenti. A Cuori Liberi la realtà ha offerto una drammatica smentita. Non c’è legge per rifugio che tenga davanti alla logica del profitto.
Nove maiali sani, senza nemmeno essere addormentati, sono stati
abbattuti dalle forze del (loro) ordine per prevenire la paura di
un’ulteriore diffusione del contagio. Sventrato il rifugio, pestati
animalisti e antispecisti nel modo che tutti noi ben conosciamo.
A Cuori Liberi, durante lo sgombero, animalisti e antispecisti cantavano Bella Ciao e Tout Le Monde Déteste la Police. A Cuori Liberi gli animalisti hanno mostrato una volta per tutte che, al momento del dunque, anche l’antispecismo può e deve essere rivoluzionario.
Dopo l’eccidio e il pestaggio criminale, molti animalisti e
antispecisti hanno lamentato la mancanza di una sola parola di
solidarietà dal mondo della politica non istituzionale, quella che non
fa da ancella al capitale anche quando fa ipocriti interpelli
parlamentari. Ed hanno ragione. Gran parte della sinistra è in estremo
ritardo.
Noi il 7 saremo a Roma perché apparteniamo in tutto e per tutto alla
classe operaia. Siamo la sua avanguardia, ma non ci sarebbe affatto
dispiaciuto una sola manifestazione nella capitale che unisse in un
unico afflato le due proteste.
Siamo marxisti rivoluzionari e non sappiamo se sia possibile un
incontro tra marxismo e animalismo antispecista, sappiamo però che non
sarà mai possibile senza cominciare un confronto.
Sappiamo che a Cuori Liberi, animalisti e antispecisti si sono trovati davanti il nostro stesso nemico, il capitale, il nemico del mondo intero.
È certo che il mondo dovrà prima o poi liberarsi da questa
pestilenza infernale che l’ammorba da oltre due secoli. Quel giorno non
sappiamo se anche animali, animalisti e antispecisti saranno in festa.
Quel giorno però a pagarla sarà la logica del profitto e dello sfruttamento.
Fino a quel giorno, esprimiamo tutta la nostra più totale
solidarietà a chi per i suoi nobili ideali, viene pestato per aver
dissentito.
Buona manifestazione a tutti! Dovunque siate, a Roma o a Milano, fate che sia una piazza rivoluzionaria.
Eugenio Gemmo, Lorenzo Mortara
reggiocalabriapcl@gmail.com