In un Medio Oriente socialista
Testo del Volantino che distribuiremo Sabato 28, a Roma, alla manifestazione.
Non c’è soluzione della questione palestinese senza la distruzione rivoluzionaria dello Stato sionista.
In queste ore si susseguono i bombardamenti sulla popolazione civile di Gaza.
Non vengono risparmiati luoghi di culto, scuole ed ospedali, dove
cercano un disperato rifugio soprattutto bambini e donne. Un massacro.
Ma forse l’aspetto ancora più disumano è l’assedio totale, di stampo
medievale, dichiarato dal governo israeliano ad un territorio in cui
vivono oltre due milioni di persone. Centinaia di migliaia sono i
cittadini costretti a scappare di casa per non fare più ritorno. È una
nuova catastrofe per il popolo palestinese, una nuova Nakba,
paragonabile a quella del 1948.
Innanzitutto, è necessario fermare questo genocidio.
Il popolo palestinese sia a Gaza che in Cisgiordania sta resistendo. Lo
sta facendo da anni, sia con le mobilitazioni di piazza che con le
armi. Il Partito Comunista dei Lavoratori, sezione italiana
della Opposizione Trotskista Internazionale (OTI), è incondizionatamente
al fianco di questa resistenza, seguendo la tradizione sempre propria
del trotskismo, che nel 1948 fu l’unica corrente del movimento
operaio internazionale che si pronunciò contro la nascita dello Stato di
Israele, mentre tutte le altre, in particolare gli stalinisti,
sostennero apertamente lo Stato coloniale sionista contro il popolo
arabo.
Lo Stato d’Israele si fa forte del sostegno delle potenze “democratiche” d’Occidente.
Un sostegno politico, economico, militare. Lo stesso sostegno che già
viene offerto alla prossima annunciata invasione di terra. Lo stesso
sostegno di cui Israele ha goduto nei 75 anni di occupazione della
Palestina.
“Lo Stato d’Israele non si tocca”. Questa è
la sintesi della diplomazia mondiale, ma anche della pubblica
informazione. Noi abbiamo denunciato da sempre la natura reazionaria di
Hamas e le sue azioni contro i civili. Ma un conto è criticare Hamas
dentro il campo della resistenza palestinese, un altro è usare
cinicamente l’azione di Hamas per coprire i crimini del sionismo contro i
palestinesi e la loro resistenza. L’assimilazione di antisionismo e antisemitismo è assunta come clava nel dibattito pubblico, come forma di intimidazione verso il sostegno alla Palestina, come scudo protettivo dei crimini d’Israele.
“Due popoli, due Stati” dicono i
benpensanti, ma dove dovrebbe situarsi uno Stato palestinese a fianco
dell’intoccabile Israele? Basta porre questa domanda elementare per
diradare la nuvola di fumo. Oggi la Cisgiordania è occupata da
settecentomila coloni israeliani armati che, impuniti e protetti dalle
truppe, organizzano spedizioni squadristiche contro i contadini
palestinesi. Gaza è sotto un assedio genocida. Dunque, chiediamo ancora:
dove dovrebbe situarsi un fantomatico Stato palestinese rispettoso
dello Stato d’Israele? In quale sgabuzzino dovrebbe rassegnarsi a
vivere?
Solo una Palestina libera dal sionismo, una Palestina laica,
una Palestina socialista, può realizzare l’autodeterminazione del
popolo palestinese, a cominciare dal diritto al ritorno di
milioni di palestinesi cacciati dalla propria terra fin dal 1948. Solo
questa Palestina, riconoscendo i diritti nazionali della minoranza
ebraica, può consentire la pacifica convivenza di arabi ed ebrei.
Le grandi mobilitazioni delle masse arabe in questi
giorni, in Algeria, in Egitto, in Tunisia, e soprattutto in Giordania e
in Iraq, ci dicono che la grande maggioranza della popolazione araba
supporta la lotta palestinese come una propria ragione di liberazione e
di riscatto. Sviluppare ed estendere la ribellione araba
a fianco del popolo palestinese, guadagnarla ad una prospettiva
antimperialista e antisionista, è il compito dei marxisti rivoluzionari
palestinesi e arabi. Estendere al massimo la mobilitazione al fianco del popolo palestinese a livello mondiale è il compito urgente dei marxisti rivoluzionari di tutto il mondo.
• Per la fine dell’assedio e del massacro di Gaza
• Al fianco della resistenza palestinese
• Per la liberazione della Palestina e la distruzione rivoluzionaria dello Stato di Israele
• Per una Palestina libera, laica e socialista nell’ambito di una Federazione socialista del Medio Oriente