Solo a pochi giorni dal naufragio di Cutro, di fronte alle coste libiche una nuova strage di migranti con decine di vittime avvenuta nei pressi di una pattuglia italiana.
Intanto più di cinquemila persone hanno manifestato l’11 marzo a Cutro per ricordare le vittime dell’ennesima strage di migranti e per protestare contro tutti i suoi responsabili per parole, opere e omissioni: soccorsi tardivi e insufficienti, campagne securitarie, censure. Meloni, Salvini, Piantedosi sono i destinatari di questa denuncia di massa alla quale va data risposta.
Lo sdegno dei manifestanti non ha però fino a oggi un’adeguata risposta politica; la manifestazione ha raccolto una platea composita di adesioni, dal sindacalismo di base e non omologato, al volontariato, alle associazioni e alle realtà giovanili.
A questo fronte però non è stata offerta una risposta di prospettiva chiara e unificante.
Le presenza di Verdi e Unione Popolare si sono caratterizzate come un’adesione poco più di circostanza. La realtà è che anche qui si è avvertita l’assenza di una stella polare che orientasse chiaramente il popolo antirazzista. C’è bisogno anche qui di una svolta, con la quale il movimento dei lavoratori prenda in mano le redini del cavallo e sviluppi un’iniziativa forte e certa: accogliere i migranti, bloccare le spese per il riarmo e usarle, invece, per rispondere ai problemi di questa tragedia causata dall’irrazionalità dell’organizzazione capitalistica del mondo.
Anche qui si avverte il bisogno di una risposta chiara: un ordine nuovo socialista planetario e un partito che lavori per costruirlo. Tutto ciò mentre il governo Meloni con il pretesto della lotta agli scafisti (che potrebbero essere colpiti con un’adeguata risposta di prevenzione) rafforza la militarizzazione dei mari e punta a contenere il blocco dei migranti nei paesi in cui una massa enorme di uomini e di donne viene consegnata nelle mani di aguzzini feroci e di governi con i quali l’Occidente continua a condurre affari nel sacro nome del dio profitto.
La manifestazione di Cutro pone al PCL l’esigenza di uno scarto nella
militanza, pone al PCL l’esigenza di sviluppare ancor più un ruolo di
orientamento e una politica culturale adeguata a rompere, o almeno contrastare,
il blocco d’ordine reazionario oggi imperante con una proposta chiara e un
linguaggio adeguato per incidere sui livelli di coscienza attuali se non delle
masse, almeno di loro settori significativi.
È tutto il mondo della reazione che va contrastato; non solo Meloni. Il giorno
prima della manifestazione Sunak e Macron si riconciliavano con l’accordo di
realizzare nella Francia settentrionale un nuovo campo di prigionia per i
migranti.
Questo è l’ordine vecchio. I marxisti rivoluzionari si battono oggi non solo contro le guerre imperialiste ma per abbattere tutto questo ordine perverso rovesciandolo con una rivoluzione socialista. Il PCL chiama dunque i compagni e le compagne a unirsi nelle sue file per rafforzare questa lotta.
Pino Siclari