05 aprile 2023

No all'autonomia differenziata

Gramsci nel secolo scorso scriveva: “Da una parte la tradizione di una certa autonomia aveva creato una borghesia audace e piena di iniziative, ed esisteva un’organizzazione economica simile a quella degli altri stati d’Europa, propizia allo svolgersi ulteriore del capitalismo e dell’industria. Nell’altra le paterne amministrazioni di Spagna e dei Borboni nulla avevano creato: la borghesia non esisteva, l’agricoltura era primitiva e non bastava neppure a soddisfare il mercato locale”.  IL Dirigente del PCDI aveva compreso benissimo di come il divario tra Nord e Sud avesse compresso questa penisola e come esso rappresentasse un problema, un problema che questo governo, profondamente reazionario, vuole ingrandire.

L’autonomia differenziata delle regioni che il governo delle destre spinge a tambur battente a breve avrà la sua vidimazione istituzionale, tra il profondo silenzio dei media, della società civile, sindacati e delle medesime istituzioni, questo rappresenterà una delle leggi peggiori e inique della storia repubblicana. IL gioco della Meloni è sempre lo stesso di tutti i governanti ovvero quello di silenziare il dibattito e il dissenso in modo di far ingoiare la pillola dell’autonomia differenziata ai poveri cittadini. Questa politica avrà degli effetti semplicemente deflagranti per le nuove generazioni del sud Italia, avremo regioni del nord virtuose che potranno utilizzare le proprie ricchezze nei propri territori e questo non solo per la sanità, (grazie a D’Alema già è) ma anche per altre essenziali materie come: ambiente e Istruzione per citarne alcune. Questo vuol dire un sud ancora più povero sempre più preda di ambienti malavitosi, una mafia ricordiamo che trae sempre più linfa vitale dalle politiche e dai fondi delocalizzati e che da tempo si poggia sui quei fattori (complicità, assenza di risorse, abbandono) in grado di alimentare la diffusione nello spazio. Senza contare che anche il mondo del lavoro del nord subirà delle conseguenze come la destrutturazione contrattuale, aumento del carico irpef, privatizzazioni ecc.

A questa politica dei ricchi rispondiamo con soluzioni specularmente opposte. Anni di politiche di decentralizzazioni hanno portato questo paese, l’occupazione, sull’orlo del baratro. Che si torni ad una piena efficienza sanitaria centralizzata.


I cittadini, i lavoratori devono avere ad ogni latitudine il diritto di essere curati allo stesso modo, così deve essere per la scuola e l’istruzione.

E’ ora di reagire a questo scempio, solo un fronte unitario delle forze della sinistra del movimento operaio può opporsi a queste politiche. È ora di fare come stanno facendo i compagni in Francia, se non ora quando, la Meloni e la sua politica va arrestata ora! 

Siamo consci che ad una grande lotta va connessa una prospettiva politica e per noi questa soluzione è un governo dei lavoratori e delle lavoratrici, fondato sulla autorganizzazione democratica e di massa dei lavoratori stessi. L'unico governo che può realizzare queste misure di svolta, e ridisegnare l'ossatura stessa dello Stato in base agli interessi degli sfruttati.

www.pclavoratori.it

 


 

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